
Ieri è stato assegnato il Nobel per la Letteratura 2020 a Louise Glück, una poetessa. Una poetessa statunitense tra le più lette in America, invece ancora poco nota in Italia – un editore napoletano speciale, “Dante&Descartes”, ne aveva tradotto “Averno”. L’avevo conosciuta grazie a una traduzione di una sua poesia di Bianca Sorrentino – contenuta nel “mitico” saggio “Mito classico e poeti del ‘900” (Stilo editrice) – che oggi ne tratteggia anche un profilo per “Pulp”. Poi ho provato anch’io a tradurre alcuni versi della poetessa di “Una vita nel villaggio”, che propongo qui: siate clementi, ma curiosi. La signora Glück incede lentamente nelle immagini che la sua voce evoca, ha la flemma fiammante della Circe che ha fatto parlare, che ha fatto insinuare.